Il Tennis è uno sport, dal mio punto di vista, unico nel sollecitare la psiche e le emozioni dell’atleta. La lunga esperienza in questo sport mi permette di dire che è uno strumento eccezionale per “crescere” ed “evolvere” come atleta e come essere umano!
Ecco qui di seguito alcune peculiarità del gioco del Tennis:
- È uno sport a tempo indeterminato; una partita può durare meno di un’ora o, come è successo nel 2010 a Wimbledon, più di 10 ore.
- La durata della gara non è proporzionale al punteggio, si può vincere 61 61 in due ore o vincere 75 75 in un’ora e mezza.
- Il punteggio prevede che si vincano 2 set su 3 (o 3 su 5 nei tornei più prestigiosi); per conquistare un set bisogna arrivare a sei, ma ogni set è composto da games il cui punteggio può andare avanti ad oltranza; il modo in cui è strutturato il punteggio può far sì che un giocatore vinca pur avendo vinto meno games (vinco 76 06 76 ma perdo 14/18), o meno punti (vinco 64 64 ma perdo 112 a 96).
- I tornei durano di norma una settimana e se l’atleta vince gioca tutti i giorni a tempo indeterminato. Nel panorama amatoriale o semi-professionistico vengono disputati una media che varia dai 10 ai 20 tornei l’anno, mentre nell’iter professionistico si giocano una media di 30/35 tornei l’anno in tutto il mondo, con tanto di fuso orario, diversità climatiche, usi e costumi, cibo, ecc.
- Si gioca quasi esclusivamente “fuori casa”, il che vuol dire che l’atleta non avrà mai i riferimenti a cui è abituato ed allenato.
- Il tennis è soprattutto un’attività individuale, ma si svolgono anche competizioni a squadre e quindi anche doppi. Una giornata di competizione a squadre può iniziare alle 9 del mattino e terminare a mezzanotte.
- Si gareggia su superfici sempre diverse (cemento, mateco, play-it, sport-gum, erba vera, erba sintetica, terra rossa, terra verde, ecc.), con palle sempre diverse e con caratteristiche differenti (head, dunlop, slazenger, ecc.).
- Accade che a causa delle diversità di gioco o superficie, A batte B, B batte C, e clamorosamente C batte A.
- Pur essendo uno sport 1 contro 1, non vengono stabilite delle categorie in base al peso o all’altezza (come ad esempio nella boxe), e si sa che a parità di tecnica servirà molto più forte chi è più alto.
- Il tennis prevede che si giochi con una racchetta della lunghezza di 70 cm in costante dinamicità, dove ogni 2/3 secondi si colpisce con tutta la forza una palla ricevuta, che ogni volta sarà diversa per velocità-rimbalzo-altezza.
- Alla fine di un match non ho parametri oggettivi con cui confrontarmi; se ad esempio so che percorro 1 Km in 4’, potrò vincere potrò perdere, ma alla fine se avrò corso in 3’50” sarò sicuramente soddisfatto; a tennis questo non accade e diventa molto difficile poter analizzare un match con grande obiettività.
- L’avversario cambia continuamente, ed il più delle volte non si sa chi sia, ed è quindi impossibile fare della strategia prima del match.
- Fino a livello internazionale non c’è continuità di arbitraggio, quindi, oltre a dover evolvere tutto quello visto fino ad ora, il giocatore dovrà pure arbitrarsi e possibilmente evitare che l’avversario si comporti in modo disonesto. Se c’è una contestazione, dopo aver consumato tutta l’energia possibile per portare a casa il punto, si chiama il Giudice del torneo, il quale non era ovviamente sul luogo dell’accaduto, e cosa fa? “Ti dà due palle” che in gergo significa che ti fa rifare il punto!