Così tiepide e spesso senza nuvole, le notti di inizio estate sono un’ottima occasione per togliersi di dosso un po’ di stress e riconnettersi con la natura. Come? Ad esempio passando un’ora distesi su un prato guardando le stelle e i pianeti nel cielo.
Eppure non è così facile come sembra. Non in Italia. A meno di non avere una barca con la quale allontanarsi dalla costa, con 200 abitanti per chilometro quadrato (siamo al 39° posto su 194 in questa speciale classifica) non è facile trovare un fazzoletto di terra tanto buio da poter ammirare la via Lattea e le migliaia di stelle della volta celeste. È il problema dell’inquinamento luminoso buona parte del mondo e in particolar modo i Paesi relativamente piccoli e molto popolati come il nostro. Per fare un confronto, negli Stati Uniti la densità abitativa è di 31 abitanti per chilometro quadrato e, per rimanere nel nostro continente, la Svezia ne ha appena 20.
Chi riesce a vedere la via Lattea in Italia può davvero considerarsi fortunato. Secondo uno studio condotto dall’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’inquinamento luminoso (Istil) pubblicato a fine 2016, per il 77% degli italiani è impossibile vedere a occhio nudo parte della galassia nella quale siamo immersi. Le conclusioni dell’Istil sono, in un certo senso, drammatiche: nel nostro Paese non esistono più cieli incontaminati. Ma per fortuna ci sono ancora luoghi in cui potersi confrontare con l’immensità del cielo. Uno di questi, a detta dello stesso istituto, è l’isola di Montecristo nell’arcipelago toscano. Per accedere alla splendida riserva naturale, però, bisogna chiedere – mesi prima – un permesso e comunque è impossibile pernottare.
Un po’ più accessibili le località intorno al golfo di Orosei, nella Sardegna orientale, e alcune zone dell’Alto Adige al confine con l’Austria: sui prati della Valle Aurina e della Val Senales si possono ammirare tra i più bei cieli stellati d’Italia. Meno bui, ma comunque poco inquinati anche i cieli della Maremma e ad ovest della provincia di Cuneo. Poco più che discreta la visibilità delle stelle anche in Basilicata, Calabria e sui Nebrodi in Sicilia, nell’Appennino tosco-emiliano tra Parma, Piacenza, Genova e La Spezia. Mentre tutte le grandi città, secondo l’Istil, sono pressoché off limits per gli amanti della volta stellata, così come tutta la Pianura Padana e la costa adriatica, ad eccezione del Gargano.
Nel mondo, di luoghi perfetti per guardare il cielo ce ne sono ancora. Le chiamano “Dark sky reserves” e sono il luogo perfetto per chi ama osservare gli astri. Nel mondo queste “riserve di buio” si trovano nel Quebec, in Nuova Zelanda, in Namibia, cinque tra Inghilterra, Irlanda e Galles, due in Francia e due in Germania.
È facile immaginare che l’inquinamento luminoso sia destinato ad aumentare in tutto il mondo. Eppure le immagini satellitari ci dicono che non è così. Nel 2017 il cartografo John Nelson ha confrontato due immagini notturne della Terra scattate dalla Nasa, una del 2012 e l’altra nel 2016. E ha scoperto che quasi tutta l’Europa occidentale ha “abbassato le luci”, Pianura Padana compresa. Questo potrebbe essere dovuto all’utilizzo di sistemi di illuminazione più efficienti, anche se sono soprattutto i paesi occidentali a porsi il problema dell’inquinamento luminoso.
Da quanto tempo non ti fermi a guardare le stelle? Ricordi ancora la sensazione dell’aria frizzantina che ti avvolge mentre stai con il naso all’insù a immaginare la vita su galassie lontane? Siamo diventati la generazione Indoor, trascorriamo il 90% del nostro tempo in spazi chiusi, tra le mura di casa, di un ufficio o di una scuola. Siamo sempre più lontani dalla natura e dall’incanto di un cielo stellato, ma possiamo ancora rimediare. Possiamo fermarci e organizzare una gita in uno dei luoghi meno inquinati dalla luce, oppure provare a far rientrare la natura, e il cielo, nelle nostre stanze.